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Prime Esperienze

La signora e i suoi amici


di Linguacce
12.04.2018    |    1.264    |    1 9.5
"Quando sentirai che è troppo di il mio nome..."
" Amelia" la voce della padrona richiama la mia attenzione. Lascio la stireria ed trovarla n salotto mentre armeggia con il tavolino basso da the .
"Signora?" Io dico a voce bassa e guardando il tappeto. Sono passate poche settimane da quando lei mi ha fatto leccare il suo fiore. Non la guardo perché sono ancora scossa, perché ancora sento il suo sapore in bocca e i suoi gemiti nella orecchie. Perché ancora non ho capito come le ho permesso di mettermi in quella posizione. Non la guardo perché pochi istanti prima stavo annusando le sue mutandine odorose di femmina e di sesso.
"Amelia, prepara la stanza, stasera avremo ospiti a cena." alzo lo sguardo sorpresa. Non aveva mai avuto ospiti in mia presenza.
" Si Amelia, ho voglia di compagnia. Prepara la stanza. Sushi per gli ospiti."
" Dimenticavo,metti queste alle gambe del tavolo" dalle sue dita pendono due paia di manette,le sue labbra si dipingono in un sorriso strano.
"Allacciale adesso. Puoi metterti in ginocchio per farlo!" Esclama con voce ironica
Mi avvicino e prendo le manette dalle sue mani. Il metallo freddo mi manda uno strano brivido lungo la schiena. Sento i suoi occhi su di me ,mentre aggancio il primo anello alla gamba del tavolo "gattona fino all'altra gamba" mi ordina. La guardo cosciente del mio imbarazzo che fiorisce sul viso.

Suonano alla porta,corro ad aprire come mi ha ordinato lei. Davanti alla porta due uomini ed una donna. Mi intimoriscono un po',non riesco ad individuare il perché. Si accomodano in salotto ed io mi ritiro in cucina con una certa ansia ed aspettativa. Non avevo ma visto ospiti qui; attraverso la porta li sento parlare e ridere.
"Amelia, vai a farti una bella doccia calda. Poi scendi per servire la cena." Avrei voluto rispondere,ma lo sguardo fermo e scuro di lei mi impedisce di proferire parola. Sul letto trovo una veste cortissima ed un biglietto. Indossa solo questo. Il cuore salta un battito, l'anticipazione sale nel mio corpo sotto forma di calore. Non riesco ad opporre resistenza alla mia padrona.
Entro nella saletta così,con questa oscena veste e sotto nulla. Ormai è chiaro che sono la sua vittima volontaria, che la mia curiosità guida i miei passi . Che sono schiava della mia padrona.
Ci sono solo i due uomini, emanano forza e fermezza,mi guardano lascivi,sono pronta a fuggire... impossibile rimanere un attimo in più. " Vieni....Amelia vero? Vieni qui,ti prepariamo." Testa rasata e fisico longilineo e muscoloso,mi prende una mano mentre l'altro,più alto e possente si impadronisce dell'altra. Insieme si avvicinano alla veste ,pronti a levarmi quell'ultima difesa. Cerco di scappare . Sono come un vitello al mattatoio, quando con gli occhi cerco una via di fuga.
"Amelia basta, sarai il nostro piatto. Smettila di opporti e fai ciò che devi" la sua voce blocca le mia mani,il mio respiro affannoso riempie la stanza. Il cervello scalcia per ritrovare la libertà. La sua voce,lo immobilizza, ed io sono ferma lì mentre mani maschili mi spogliano,mi immobilizzano sul tavolino preparato per il body sushi. Stesa sul tavolo guardo la padrona che torreggia su di me..
"Sei al sicuro piccola. Vogliamo solo giocare un po' con te. Quando sentirai che è troppo di il mio nome. Ogni cosa finirà." mi rassicura languida,mentre le manette si chiudono ai miei polsi. Le sue dita scivolano sul mio corpo,calde e leggere mentre mi fissa serena e impudica negli occhi.
Hanno apparecchiato il sushi su di me. La padrona mi guarda compiaciuta.
"Brava Amelia,resta serena ed immobile. Ricorda di dire il mio nome se ti senti a disagio." iniziano a mangiare parlando tra loro,il sottofondo ritmato della bacchette mi culla la mente. Procedono tutti con metodo. Prendono i gustosi bocconi partendo dalle gambe. Non mi guardano negli occhi,il mio corpo si rilassa boccone dopo boccone. Mi dico che devo solo fare da piatto,un lavoro semplice,per servire la padrona.
" Cara, la soia?"
"C. niente soia questa sera." e guardandomi negli occhi " tesoro, apri le gambe" mi guarda serena sfidandomi ad obbedire.
"Ho pensato che questa sera,avreste gradito un altro tipo di salsa" sorride,mentre posa le bacchette e allunga le dita laccate verso il mio fiore esposto.
Così,davanti a persone estranee,per la prima volta la mia signora ,sfiora la mia femminilità.
"Sei sorprendente sai?" Dice mentre si lecca soltanto la punta di un dito.
"B.assaggia ,senti la dolcezza della piccola viziosa" infila l'altro dito tra le labbra della sua amica. La guardo negli occhi, il mio cuore batte forte,il cervello rabbrividisce ,il centro del mio essere donna si scioglie.
"Ragazzi,finiamo la cena per favore" cerca il mio assenso,forse lo legge negli occhi. Ad un suo cenno affermativo tutte le bacchette vengono abbandonate ed io,vengo accarezzata. Osservo le dita di tutti i commensali che mi accarezzano la pelle,scendono e rubano, con il mio consenso,il mio sapore. Resto immobile,crocifissa su quel tavolo,per il loro esclusivo piacere e diletto;gli occhi chiusi a negare a me stessa ogni tocco.
"Amelia," mi sussurra lei mentre sento mani estranee che si infilano in me, " di il mio nome se vuoi, sarai libera di andare."mi ricorda la Padrona.
"Di Roxy, e togliamo le manette"
Chiudo più forte le labbra,un lungo gemito di piacere sfugge comunque dalle mie labbra. Non pronuncio nessun nome,la Padrona vuole che io sia il loro piatto.
Io sono il piatto.
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